La musica è una componente fondamentale della nostra vita, ed è ancora più importante per lo sviluppo dei bambini. Sono molti gli scienziati che, nel corso degli anni, hanno trovato una stretta correlazione tra le capacità cognitive e abilità a suonare uno strumento musicale: è infatti stato dimostrato come, fra le altre cose, suonare stimoli proprio l’area del cervello del pensiero logico e matematico, e come il bimbo che si trova all’interno del grembo materno già sia in grado di percepire la musica che i genitori gli fanno ascoltare attraverso la pancia.
Per capire l’influenza che ha lo studio della musica sullo sviluppo cognitivo, studiosi e ricercatori compiono osservazioni sul soggetto quando ha ormai raggiunto un’età compresa tra i 30 e i 50 anni, e i risultati sono stupefacenti: chi da ragazzino ha avuto a che fare con la musica risulta avere un cervello che è più pronto a reagire alle nozioni che riceve, e che lavora in modo più veloce rispetto a chi non ha mai studiato musica. Inoltre, il cervello risulta essere più in salute: secondo alcune ricerche, chi da piccolo si è destreggiato tra accordi e spartiti per chitarra ha un’attività cerebrale più veloce di un millisecondo rispetto a chi non lo ha mai fatto.
Potrebbe sembrare una percezione molto piccola, eppure, se consideriamo che il cervello è composto da milioni di neuroni, si capisce come questo, soprattutto in età adulta, possa fare una grandissima differenza. Ma i benefici che ha lo studio della musica sui bambini si possono riscontrare anche nell’immediato: si potrà notare come i piccoli musicisti abbiano un cervello più sveglio e reattivo, più incline al problem solving e all’analisi delle situazioni. Studiare musica favorisce concentrazione, la coordinazione e, di conseguenza, lo sviluppo delle attività motorie – testimonianza che i benefici non sono puramente intellettivi, ma anche fisici -, ma aiuta anche a insegnare al bambino a imporsi da solo una disciplina e agire in modo razionale.
Ovviamente chi frequenta lezioni di musica avrà una creatività fuori dal comune, ma imparerà anche a esprimere le sue emozioni, a raccontare tramite lo strumento o la voce la loro variazione e la loro intensità. Spesso inoltre, soprattutto nelle prime fasi di apprendimento, l’insegnamento musicale è una pratica collettiva, che insegna quindi ai bambini la cooperazione, il riuscire a includersi in un gruppo e saper rispettare i ruoli al suo interno.
Qual è lo strumento più adatto?
Per scegliere lo strumento più adatto al bambino, è necessario che i genitori valutino le attitudini del figlio.
– La batteria e i tamburi aiutano la coordinazione e il bambino attivo e vivace a scaricare la sua energia. Chi di solito è portato per questi strumenti già in casa batte il ritmo con bastoncini o posate.
– La chitarra, per forma e sonorità, soddisfa un bambino poco incline ad esprimere le proprie emozioni.
– Il pianoforte stimola la coordinazione e permette di ricavare una soddisfazione immediata perché, appena sfiorati, i tasti producono un suono gradevole.
– Il violino è adatto per i bambini con una buona scioltezza fisica. Richiede precisione, dita sottili, braccia non troppo corte e un temperamento riflessivo e tranquillo.